A cura di Mimmo Chisari
Bisogna concedersi un momento di pausa prima di continuare a scrivere, ogni due o tre anni la Storia di Paternò, senza aggiungere particolari novità storiografiche. È necessario esaminare le ricerche di alcuni giovani studiosi che, oggi, si stanno affacciando sul palcoscenico della cultura paternese. A tal proposito il libro Un inedito episodio artistico medievale di Maria Carmela e Rosa Maria Crisafi, costituisce uno studio serio e approfondito che ha contribuito, notevolmente, alla conoscenza di un piccolo ma significativo edificio religioso del periodo normanno: la Chiesa di S. Marco a Paternò. Le due Autrici, avvalendosi di una vasta e appropriata bibliografia e riproducendo, anche, molti documenti antichi, alcuni dei quali inediti, propongono la ricostruzione storico-artistica della chiesa fondata, certamente, prima del 1185. La chiesa, come si evince dall’analisi stilistica delle pitture e dei vari elementi di carattere strutturale, rappresenta la sopravvivenza di un’architettura religiosa normanna, in un ambiente rurale, che doveva comprendere anche il monastero benedettino, andato, nel tempo, completamente distrutto. Un documento inedito del 1746 attesta che una solenne processione, in onore del Santo, procedeva dalla Chiesa per la via delle Calcare, dopo una solenne cerimonia liturgica con la messa cantata.
L’attività religiosa è stata accertata fino agli anni precedenti il 1866, quando, poi, esso resterà in assoluto abbandono. Dopo una serie di corrispondenze burocratiche, tra Demanio e Comune di Paternò, per definirne il titolo di proprietà, l’edificio, diventato deposito privato, sarà acquistato dal Comune che, in sinergia con la Soprintendenza ai BB. CC. E AA. di Catania ne ha curato il restauro. La seconda parte della ricerca si occupa degli affreschi, realizzati successivamente alla costruzione della chiesetta. In particolare i due affreschi della parete meridionale (Madonna con Angelo e S. Marco) risultano, dal punto di vista stilistico e pittorico, collegati alla tradizione bizantina. Realizzati durante l’abbaziato di Iacopo de Sortis rispecchiano ancora quella politica religiosa, tipica dei Normanni, di affermazione dell’identità latino-cristiana in opposizione all’alterità delle altre fedi religiose.
Le decorazioni della parete orientale (Madonna col bambino, affresco a destra dell’abside, e Cristo Crocifisso, affresco a destra dell’abside) che, a livello cronologico, si possono far risalire ai secc. XV e XVI configurandosi come ripresa pittorica che caratterizzò in generale le chiese rupestri. Lo stemma benedettino, sopra l’arco absidale, venne realizzato, con molta probabilità, dopo l’annessione al monastero di San Nicolò l’Arena. L’opera, confermando l’assunto del titolo, viene a costituire, a buon diritto, un inedito episodio artistico in quanto apporta alcune nuove ipotesi e molte documentate certezze che ampliano le conoscenze della Storia di Paternò. Un plauso alle due brave studiose e ricercatrici.
Photo:G.Barbagiovanni
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