Le contrade dell’Arcivescovado e della Cattedrale, un libro postumo dello storico S. Di Matteo, cittadino onorario di Paternò, presentato a cura di SiciliAntica Paternò.

di Mimmo Chisari

Il libro di Salvo Di Matteo è stato, egregiamente, curato da Francesco Armetta (Facoltà Teologica di Sicilia) con un inedito apparato iconografico e fotografico dell’antica Palermo. Il prof. C. Scordato nella Presentazione ha, invece, sottolineato la profondità del testo, che può offrire un valido contributo a diversi ambiti disciplinari (dalla Storia all’Architettura e all’Urbanistica ecc.) mettendo in risalto il nucleo centrale della ricerca: il rapporto che, nel corso dei secoli, si è instaurato tra una Comunità e il suo territorio con tutti gli insediamenti che lo hanno caratterizzato, connotandolo nel suo aspetto storico-culturale. Vengono, ancora, sottolineati la nascita, l’evolversi e l’affermarsi della Chiesa locale come Comunità cristiana che non è avvenuta vedendo nei vari popoli dominatori degli invasori tout court bensì riconoscendo in essi delle comunità diverse da accogliere in un processo di Inculturazione e di Acculturazione. E questa Città che accoglie i differenti popoli formando un crogiuolo armonioso di civiltà è proprio Palermo nella cui etimologia tutto porto è già contenuto il concetto di amalgama di varie civiltà. Un incontro di culture diverse che, a volte inevitabilmente, è stato anche scontro dove i periodi più bui sono stati, forse imprevedibilmente, quelli all’interno di una stessa comunità religiosa che ha prodotto dei dissidenti o eretici: gli anni dell’Inquisizione, che è stata una manifestazione di potere eslége al di fuori di ogni limite sia dal potere temporale che da quello ecclesiastico vescovile. E questa capacità di accoglienza è insita nel concetto di Cattolicità che trova una possibilità di concretizzazione nella realtà di Palermo dove i cristiani hanno trasformato le contrade (intese come quartieri che stanno di fronte e quindi altro da sé) in paroikìe cioè parrocchie nel senso etimologico di comunità che stanno vicine convivendo casa per casa. Suggestivo l’incipit che riguarda la cosiddetta Paleapoli, luogo dov’è sorta l’antica città di Palermo, un sito ideale, con il suo ampio porto naturale, la ricchezza dei corsi d’acqua e delle sorgenti nonché il suo fertile retroterra protetto dalle montagne, come rotta di passaggio e porto di approdo per i mercanti dell’est che dovevano raggiungere le remote terre al di là delle Colonne d’Ercole. Affascinante il resto del viaggio che ci trasporta, attraverso la topografia storica di Palermo, dalle abitazioni dei Fenici alle sale mosaicate dei Romani, dalle cattedrali Normanne ai palazzi del XVII secolo. In questo suo ultimo libro, il Di Matteo ha saputo, splendidamente, recuperare l’identità storica della sua Città, facendoci capire, con una rigorosa indagine archivistica e la bellezza della sua scrittura evocativa e a tratti figurativa, che l’architettura è memoria e i monumenti, benché sommersi, restano sempre dei testimoni affidabili.