AL SIG. SINDACO

DEL COMUNE DI CALTAGIRONE

Dott. Fabio Roccuzzo

Il sottoscritto Dott. Giacomo Buzzone,  v. presidente della Sede Locale

dell’Associazione SiciliAntica, per i motivi illustrati nella relazione allegata alla presente

e visto quanto dispone la normativa vigente e in particolare l’art. 41, commi 1, 2, 3 e 4,

D.P.R. 30 maggio 1989, n. 223, recanti norme per il mutamento del nome delle aree di

circolazione comunali

CHIEDE

1) la revoca della attuale denominazione “Via Paolo Orsi” attribuita alla breve traversa

collaterale della Via Salvatore Cona, stante che detta stradella ricade in luoghi privi

di interesse storico, artistico, archeologico, ambientale, scientifico, sociale e

pertanto di nessuna rilevanza in relazione alla memoria culturale e all’identità della

comunità Calatina, e, in ogni caso, non all’altezza del valore e della memoria

dell’Illustre Archeologo Paolo Orsi;

2) la ridenominazione del tratto di strada compreso tra la così detta “Purtedda” di San

Mauro e l’inizio della S.P. 39/II, della lunghezza di circa 1500 metri, che alle pendici

attraversa tutto il sito archeologico di Monte San Mauro, attualmente denominato

Via Antonio Gravina Il Bellicoso nei primi 400 metri, e Via San Mauro nel restante

tratto di circa 1600 metri, così come segue:

“Via PAOLO ORSI – ARCHEOLOGO

già Via A. Gravina il bellicoso/Via San Mauro”

in considerazione dello stretto collegamento tra il medesimo sito e l’insigne

Archeologo che con la sua paziente e illuminata opera lo mise in luce conferendo ad esso

interesse e rilevanza dal punto di vista storico, archeologico e artistico, e pertanto quale

doveroso riconoscimento di questa Comunità alla meritoria opera dell’Illustre Studioso nel

90°anniversario dalla sua morte.

Certi del costante impegno e della sensibilità a favore del territorio e dei beni

culturali e ambientali di codesta Amministrazione, confidiamo in un positivo accoglimento

della presente.

Caltagirone Distinti Saluti

Giacomo Buzzone

 

RELAZIONE ILLUSTRATIVA PER L’ATTRIBUZIONE DELLA DENOMINAZIONE

“VIA PAOLO ORSI – ARCHEOLOGO

già Via A. Gravina il Bellicoso / Via San Mauro”

al tratto di strada compreso fra la Portella di San Mauro e l’inizio della Strada Prov. 39 II

Situazione attuale:

la contrada San Mauro di Caltagirone è raggiungibile percorrendo in direzione ovest

la strada comunale di Via Portosalvo che dall’intersezione con la Via Ottavia Penna diviene

Via A. Gravina il Bellicoso (non indicata con segnaletica comunale), con un percorso della

lunghezza di circa 3,2 Km, che termina dopo la cosiddetta “Portella” di San Mauro, nel

punto dove la pavimentazione stradale da asfaltata diviene in selciato per la lunghezza di

700 metri, assumendovi la denominazione di Via San Mauro, che prosegue

presumibilmente come Strada Provinciale 39 II:

Schema grafico del tracciato

Contrada San Mauro -Tracciato su mappa Google Earth

La richiesta di ridenominazione a “Via Paolo Orsi – Archeologo/già Via A. Gravina

il Bellicoso – Via San Mauro riguarda il tratto di strada colorato in rosso (nello schema e

sulla mappa Google Earth), che inizia dalla “Portella” di San Mauro, dopo i primi 400

metri denominati Via A. Gravina il Bellicoso, prosegue come Via San Mauro, con

pavimentazione a selciato per 700 metri (sul posto è presente un palo con due cartelli

stradali indicanti, il primo la fine della Via A. Gravina il Bellicoso, il secondo l’inizio della 3

Via San Mauro) sino al punto in cui inizia la Strada Provinciale 39 II, sulla strada non

indicato.

“Sammoro” nell’immaginario popolare e nella cultura locale

Alcuni luoghi del territorio circostante la nostra città sono tanto densi di fascino e di

mistero da essersi radicati, da molti secoli, nell’immagine dell’antico e nella mentalità

popolare, con una singolare raccolta di leggende e di miti sul più remoto passato.

Tra essi la contrada San Mauro, “Sammoro” nella parlata locale, è quella che meglio

rappresenta gli scenari dell’immaginario popolare, non è un caso se l’altopiano di uno dei

colli di detta contrada è denominato Piano della fiera; ad esso è legato il mito della

Truvatura che, alimentato dal ritrovamento di manufatti antichi e da notizie di fortunati

scavi clandestini, più di altri ha ispirato le narrazioni tramandate dalla tradizione orale.

“Sammoro” come luogo della cultura

Grazie alle campagne di scavo condotte da Paolo Orsi, padre dell’archeologia

siciliana, Monte San Mauro è uscito dal mito per divenire sito archeologico, parte

integrante del nostro passato, segno indelebile nella nostra memoria e della nostra

identità.

Monte San Mauro e Paolo Orsi

nella ricerca e negli studi di archeologica

Monte San Mauro di Caltagirone per i numerosi e imponenti ritrovamenti

archeologici, sia casuali che da scavatori clandestini, anche senza evidenza di tangibili resti

monumentali, rappresenta quell’antico che ha stimolato l’interesse e le ricerche degli

antiquari locali a partire dalla metà dell’800, ma è solo nei primi anni del secolo scorso,

con la paziente e illuminata opera di Paolo Orsi, che la Città vede finalmente i suoi tesori

archeologici messi in luce.

Nato a Rovereto nel 1859, e spentosi nella stessa città nel 1935, … “Paolo Orsi è

stato uno di quei rari personaggi che sanno fare del loro lavoro un’arte e con l’arte creare

una scienza: non mi pare azzardato affermare che in Sicilia l’archeologia come scienza

inizia con lui e a lui resta sempre debitrice. Ma al di là dei risultati puramente scientifici

emerge, dalle testimonianze della sua lunga attività, una qualità umana capace di scendere

in profondità nei moti stessi del cuore, immutabili dalla preistoria ad oggi. A dirla col

Foscolo, egli e stato veramente capace di

<< penetrar negli avelli e abbracciar l’urne e interrogarle >>

e soprattutto cogliere con stupefacente chiarezza il dato umano.

  1. LIBERTINI, (Ricordo di Paolo Orsi, in Archivio storico per la Sicilia, 1935, vol. 1, p.

272), cosi lo descrive: Quest’uomo schivo << nella solitudine dei monti e delle campagne

alloggiava dove poteva, talora anche in caverne, si cibava di pasti frugali… Alcune

fotografie ce lo mostrano ancora in tenuta di esploratore, con un cappellaccio a larghe falde

in capo e con uno scapolare sulle spalle, ora giovane, ora in età matura, ora già vecchio,

ma sempre asciutto ed aitante >>, dalla vita quasi ascetica, condotta con estrema

semplicità, ha dato voce e nuova vita a civiltà sepolte e dimenticate, ha dipanato con

pazienza e umiltà, le rare qualità possedute solo dai grandi saggi, il groviglio delle forme

e dei colori, da lui stesso riportati alla luce, che dalla lontananza dei secoli hanno ancora il

potere di raccontarci la vita dell’uomo nel suo lento fluire ed evolversi”… e ancora,

“ compì le sue esplorazioni e le sue escursioni a piedi o a dorso di mulo e talvolta d’asino,

da solo o in compagnia del fidato prof. Rosario Carta cui si devono tutte le illustrazioni che

arricchiscono le sue pubblicazioni” .

Domenico Seminerio in: Civiltà preistoriche nel Calatino, Tringale Editore, 1988, pag. 69

“Il sito di Monte San Mauro, presso Caltagirone, sulle cui colline sorgeva l’abitato

arcaico oggi cosi denominato, con le sue ricche necropoli” ……” ha interessato gli

archeologi dalla fine dell’800, in primis P. Orsi, il grande studioso che esplorò Monte

San Mauro e lo rese noto con fondamentali contributi apparsi sui Mon. Ant. dei Lincei e

sulle Not. degli Scavi dal 1903”.

Paola Pelagatti in Massimo Frasca “Monte San Mauro di Caltagirone e la calcidese

Euboia” – Gangemi Editore 2020

“La bellissima conca di Monte San Mauro, una delle località archeologiche più suggestive

della Sicilia, ma al contempo tra le meno note, si apre a pochi chilometri a sud-ovest di

Caltagirone, alle propaggini dei monti Erei e al confine tra i territori di diverse colonie

greche e delle odierne provincie di Catania, Caltanissetta e Ragusa, delimitata da una serie

di alture che la proteggono dai venti di settentrione. Il sito era noto sin dall’Ottocento per

i frequenti rinvenimenti di oggetti antichi, ma la sua “scoperta” storico-archeologica si

deve al pioniere dell’archeologia siciliana, Paolo Orsi, che agli inizi del Novecento vi

dedicò alcune campagne di scavi e attraverso le sue pubblicazioni, tra cui principalmente

una fondamentale iconografia edita dall’Accademia dei Lincei, lo rese noto alla comunità

scientifica”.

Massimo Frasca in “Monte San Mauro di Caltagirone e la calcidese Euboia” –

Gangemi Editore 2020

“Il sito archeologico di Monte San Mauro presso Caltagirone è entrato nella letteratura

archeologica grazie alle ricerche e alle pubblicazioni di Paolo Orsi ed ha ben presto assunto

una posizione di rilievo nel panorama dell’archeologia siciliana.

Orsi cosi descrive il sito: <<Pochi km. a sud di Caltagirone si appoggia e si apre in questi

colli la piccola conca di S. Mauro o S. Moro, larga un buon km, aperta al sole di levante e

di meriggio, e cinta alle spalle da alture disposte a teatro, le quali la proteggono

efficacemente contro il rigore dei venti settentrionali>>.

Le alture furono denominate da Orsi con numeri arabi: a levante il colle 1-2, che una stretta

gola (la cosiddetta Portella) separa dal colle 5. distinto a sua volta da un avvallamento dal

colle 3, ubicato in posizione centrale e perciò considerato da Orsi l’acropoli della città ed

infine, ad Ovest di quest’ultimo il più esteso tra i colli, il colle 4, la cui parte superiore è

denominata Piano della Fiera.”

Massimo Frasca “Greci a Monte San Mauro di Caltagirone” in Ricerche e attività del

corso internazionalizzato di archeologia – Catania-Varsavia-Konya 2009-2012, pag. 107

Note biografiche

Paolo Pietro Giorgio ORSI nacque il 17 ottobre 1859 a Rovereto, città che al tempo

faceva parte dell’impero austriaco.

Ancora studente liceale si interessò di archeologia e fu ammesso come socio al museo della

sua città. Nel 1877 si iscrisse all’Università di Padova, ma frequentò corsi di storia antica

e di archeologia anche a Vienna e a Roma, laureandosi infine a Padova nel 1882. Dopo

aver ricoperto per alcuni anni incarichi provvisori di varia natura in alcune amministrazioni

pubbliche in Italia, nel 1889, avendo vinto il concorso di ispettore dei musei e degli scavi,

ebbe come sede Siracusa.6

Giunto in Sicilia, senza frapporre indugi, inizia subito le ricerche sulle civiltà preistoriche

dell’isola, sulle prime colonie greche, Naxos e Megara Hyblaea, e si volge anche alla

Calabria, segnatamente a Locri.

Nel 1891 succede a Cavallari nella direzione del Museo siracusano e imprime una notevole

accelerazione alla ricerca sul terreno, effettuando scavi nei siti ricchi di testimonianze

preistoriche del Siracusano, quali Pantalica, Melilli, Thapsos, Castelluccio, Stentinello e in

molte altre località dei Monti Iblei, non trascurando però le città che offrono imponenti

vestigia dell’età greca, come Camarina, Eloro, Casmene, Terranova che egli identifica con

sicurezza nell’antica Gela.

Nel 1900, per breve periodo, gli fu anche affidato il Museo di Napoli, di cui iniziò la

riorganizzazione, ma poi tornò ad occuparsi incessantemente dei siti della Sicilia, in

particolare del Calatino, con scavi a Grammichele, San Mauro, Caltagirone, Monte

Bubbonia, Licodia Eubea.

Nel 1907 ebbe l’incarico di soprintendente per la Calabria, dove gettò le basi, a Reggio,

del Museo Nazionale della Magna Grecia e dove intensificò le ricerche a Locri, Kaulon,

Crotone, Sibari.

Nel 1923 gli fu affidata anche la soprintendenza di Siracusa, oltre a quella per la Calabria,

quest’ultima tenuta fino al 1926.

Nel 1924, per gli alti meriti scientifici conseguiti con instancabile operosità, fu nominato

Senatore del Regno.

Nondimeno continuò a lavorare e a scrivere le sue impeccabili relazioni sugli scavi e le

ricerche compiute, che assommano ad oltre 300, anche dopo che, nel 1923, era stato messo

in pensione. Rimase nella sua amata Siracusa per altri due anni, fino al 1924, quando,

carico di meritata gloria e di fama universale, tornò a Rovereto, dove si spense l’8

novembre del 1935.

Domenico Seminerio (a cura di) in: Paolo Orsi – Monte San Mauro e il Contado di

Caltagirone- tutti i testi, Edizione Coop. Artemide, 2019.